LA STORIA FINORA: Indagando su alcuni misteriosi
omicidi avvenuti a L.A. , Tigra
scopre che Pandemonio è tornato. Anche Daimon Hellstrom, è sulle tracce del criminale, e decide di unire
le sue forze a quelle dei Vendicatori. Il sedicente Figlio di Satana rivela che
dietro le azioni del criminale demoniaco c'è una schiera di Angeli con poteri
demoniaci creati da un patto tra Paradiso e Inferno. Stufi di fare il lavoro
sporco per le alte sfere, intendono invadere la nostra realtà. I nostri eroi si
recano in una chiesa sconsacrata per impedire il rituale magico, ma ad
attenderli trovano un varco verso il limbo roccaforte degli Angeli.
Di
Carmelo Mobilia & Igor Della
Libera
Il
Paradiso può attendere – 2° parte
#
39
Lo scenario si poteva descrivere con una
sola parola: apocalittico. Mai come in questo caso era il termine più adatto;
angeli e demoni stavano infestando una chiesa sconsacrata per dar battaglia ai
Vendicatori della Costa Ovest.
Aracne
emise il maggior numero possibile di tele psichiche per contenere l’orda, ma i
nemici erano troppi.
Sole Ardente emetteva fiamme, Nova raggi
laser. Thunderstrike faceva “cantare” la sua mazza ma
nonostante gli sforzi degli eroi più potenti della Terra le creature
ultraterrene non sembravano desistere.
<Sembra la... fine del mondo!>
esclamò l’ex donna ragno.
<Non cedete, continuate a
combattere!> gridò Tigra, nell’insolita veste di
leader della squadra, essendo il Vendicatore più anziano in servizio.
Hellstrom
affondò il tridente nel ventre del demone con cui stava combattendo e quando le
punte furono all'interno della carne vischiosa, scatenò la fiamma infernale
bruciandone le interiora.
<Attento Daimon!>
Il grido di Tigra
arrivò in ritardo e Hellstrom venne sopraffatto da
due blob con mille occhi e tentacoli puntellati di
aculei. Questi iniziarono a trascinarlo verso l'altare dove Pandemonio lo
attendeva con le braccia monche spalancate, pronte a richiamare i demoni che le
componevano.
Hellstrom
si ritrovò in ginocchio, schiacciato in quella posizione dai mostri, costretto
a guardare dal basso in alto il suo nemico. Il tridente venne scagliato ai
piedi di Pandemonio da uno dei tentacoli.
Hellstrom
sollevò la testa e rivolto verso Pandemonio disse con evidente disprezzo.
<Com'è stare alle dipendenze dei
pennuti? Cosa ti daranno in cambio del tuo aiuto, una volta che avranno preso
questo mondo? Una volta era anche il tuo mondo... in quel tetris
di mostri e demoni c'è ancora una parte umana!>
I tentacoli frustarono la schiena di Hellstrom sbattendolo a terra, facendogli sputare quel
sangue caldo come l'inferno che gli bruciava le vene.
<Hellstrom
>iniziò Pandemonio < tu...>
Daimon
si accorse che Pandemonio aveva difficoltà ad articolare le parole, che
guardava verso gli angeli che lottavano con i VCO ed era come se aspettasse un
momento preciso in quello scontro per concludere il suo discorso.
<Io cosa?>
<Tu devi aiutarmi.>
Le parole sorpresero Hellstrom
prima che altri due colpi di tentacolo lo prostrassero a terra facendogli
aggiungere altro sangue a quello già versato nella pozza densa e rossa a pochi
cm dalla sua faccia.
<Non capisco...>
<Hai ragione, mi controllano, ma qui
hanno meno forza... sto cercando di impedire ai miei demoni di farti del
male... sei tu che devi prendere il tridente e trafiggermi... l'energia mistica
mi libererà dal giogo invisibile che stringe la mia mente.>
Hellstrom
tese una mano verso il tridente. Non poteva arrivarci ma era in grado a quella
distanza, superando il dolore, di attirarlo a se.
Così fece. Una volta nelle sue mani,
scatenò una fiammata che avvolse Pandemonio.
Il grido fu terribile, ma in quelle fiamme
che bruciavano le anime e non la carne Pandemonio riacquistò la libertà.
Hellstrom
sperò che ritrovasse in fretta anche il controllo sui mostri perchè questi iniziarono ad accanirsi su di lui senza
sosta.
All'improvviso, quando la vista di Daimon era un velo di sangue e lo stesso pentacolo sul
petto aveva iniziato a sanguinare come se un coltello da poco l'avesse
tracciato nella sua carne, i colpi si arrestarono. I demoni blob
e rettiliani si ritirarono.
Andarono verso Pandemonio che, libero dal
controllo angelico, li richiamò a sé.
<Daimon
grazie...> sussurrò.
Daimon
si sollevò riprendendo le forze.
<Tu sai come fermare il marchingegno che
sta dando forza agli angeli che sta rendendo possibile per loro di rimanere in
questa dimensione.
I Vendicatori riescono a respingerli perchè non hanno ancora completato il trasferimento... ma
non manca molto...>
<Si lo so, ma dobbiamo andare nel limbo,
penetrare nella loro fortezza attraverso il portale. Noi da soli non bastiamo.
Devi fidarti di me.>
<So cosa vuol dire stare agli ordini di
qualcuno che si disprezza. Mi fido. Fai quello che devi fare ma fallo in
fretta.>
<Sto cercando di mandare un segnale agli
altri. magari USAgent o She
Hulk potrebbero venire a darci una mano, ma qualcosa
impedisce le comunicazioni!> disse Nova.
<Dev’essere
qualche barriera magica o qualcosa del genere. anche ad Asgard
a volte succede!> osservò Thunderstrike.
<Vorrà dire che ce la caveremo da soli!>
disse risoluto Sole Ardente.
<E dire che nella mia carriera di “dio
del tuono” nei ho affrontati di demoni, troll e mostri vari...> pensò Eric Masterson <... ma non ci si abitua mai! Non c’era
questo, quando ho dato l’esame per diventare architetto... ma se questi angeli
rinnegati vogliono conquistare il mondo dove abita mio figlio, beh mi dispiace
, ma dovranno fare i conti col potere fornitomi da Odino!> dalla sua mazza
incantata emise dei fulmini mistici che colpirono i nemici alati che lo circondavano.
<Bel lavoro Thunderstrike>
osservò Sole Ardente; Tigra notò come queste furono
le prime parole gentili che il giapponese
avesse detto ad uno dei suoi nuovi compagni di squadra da quando si
era unito al team.
<Speriamo solo che non siano le ultime...> pensò poi la donna-felino.
Nell'impeto dei vari scontri tra
Vendicatori e angeli quanto stava succedendo ai piedi dell'altare passò quasi
inosservato.
Il giovane Nova usava al massimo i suoi
poteri perchè quegli esseri gli ricordavano i momenti
in cui l'avevano fatto prigioniero torturando la sua mente con incubi e
visioni.
<Dannati mostri, speravo davvero di non
averci più nulla a che fare...> sbuffò il ragazzo.
Nei suoi pugni carichi di energia, nei suoi
slanci a razzo c'era tutta la rabbia per quello che gli avevano fatto provare,
per avergli tolto ogni sicurezza, per averlo reso impotente.
Nella foga un angelo evitò il suo raggio e
con la parte piatta della spada infuocata riuscì a superare la protezione del
suo costume e a scagliarlo contro una parete.
<AAAAH!> gridò, per il dolore causato
dall’impatto.
L'intelligenza artificiale, il suo grillo
parlante alieno mostrava preoccupazione per il suo stato.
Registrava parametri fisici e picchi di
adrenalina che potevano compromettere l'azione.
Non ci fu il tempo di comunicarlo al
furioso Richard, e neanche Aracne, corsa ad aiutarlo, potè
fare nulla contro il mostro, formato da un' unica grande bocca dilaniante, che
lo ingoiò.
L'essere che era fatto solo di mascelle e
denti strisciò verso il portale e le tele speciali della donna ragno non
riuscirono a bloccarne lo scivolare viscido come quello di una lumaca.
<Hanno
catturato Nova!> gridò l'eroina.
Tigra
attirata da quella voce estrasse gli artigli dal demone che le si era parato
contro.
Almeno ci provò perchè
sottili spire la afferrarono per le braccia e la imprigionarono.
Stavolta fu Sole Ardente, che si era
lasciato alle spalle due angeli, a non riuscire a liberare la compagna da
quell'abbraccio prima che questo diventasse, sotto lo sguardo inorridito
dell'eroe giapponese, letale.
Le spire si appuntirono e trafissero nelle
spalle, nelle gambe, nei fianchi Tigra che lanciò un
grido di dolore e poi piegò la testa all'indietro.
<GREER! NO!> urlò Thunderstrike,
che gettò il martello contro quell'essere che stava per superare con Tigra ferita il portale, ma due angeli mossero con forza le
ali e le barriere di fiamme impedirono al suo maglio di raggiungere il
bersaglio.
Gli angeli però subirono il colpo destinato
alla creatura assassina e vennero schiacciati contro la parete con tale forza
da lasciare sul muro le loro sagome. Pandemonio e i suoi demoni ripiegarono
verso il portale ed Hellstrom, facendo brillare di
sangue infuocato il suo petto, girandosi verso i vendicatori disse.
<Fermate gli angeli, mi occuperò io di
Pandemonio e vi prometto che vi riporterò indietro i vostri amici... e se non
potrò farlo li vendicherò.>
<Non puoi andare da solo! Vengo con
te!> urlo Masterson
<NO! Voi dovete rimanere qui a
protezione del portale! Dovete impedire agli angeli di accedervi!>
<Puoi contare su di noi, Hellstorm-san. Tenshi ya akuma,* questi esseri non
passeranno!!>
*
= angeli o demoni
All’interno
del portale.
Nova passò da un buio liquido e puzzolente
ad una luce venata di sfumature verdastre.
Quando era stato mangiato dal mostro
pensava che per lui fosse finita; in realtà uscendo da quelle fauci terribili
scoprì che era tornato in quel limbo da dove Hellstrom
l'aveva fatto fuggire.
<Oh no; di nuovo qui...> osservò
sconsolato il ragazzo.
La prima cosa che vide fu la mano di Daimon che cercava la sua per tirarlo in piedi.
Poi, ancora bloccato e non sapendo come
reagire, scorse Pandemonio che sfilava Tigra dal
puntaspilli demoniaco e la sua compagna vendicatrice non pareva affatto
soffrire come ci si sarebbe aspettato da qualcuno trafitto in quel modo
orribile. Alla fine riuscì a dire.
<Cosa sta succedendo?>
<Il piano di Pandemonio è riuscito. Devo
ammettere che ammazzarvi davanti agli occhi di angeli e dei Vendicatori è stato
perverso ma brillante.>
<Ho creduto davvero di morire quando
quella cosa mi ha preso. Ho guardato con disgusto quella bocca serrarsi davanti
a me e non potevo fare nulla... tutti i miei poteri e non potevo fare
nulla.>
Tigra
ringhiò in faccia ad Hellstrom.
<Sei un bastardo Daimon.
Ho sentito il dolore di tutte quelle punte nella carne.>
<Era solo nella tua testa. Non potevo
avvisarvi e se l'avessi fatto, non sareste stati così sorpresi né così bravi a
morire e soffrire ingannando gli angeli.>
Nova caricò dell'energia intorno al suo
pugno ora diretto verso Pandemonio.
<Perchè
proprio noi? Da come parli sembra quasi che Pandemonio sia uno dei nostri.>
Pandemonio trasformando in un demone il suo
braccio mancante, disse:
<Situazioni disperate richiedono
alleanze altrettanto disperate. Non pensiate che io sia felice di stare al
vostro fianco. Ricordo le dolorose sconfitte patite per mano vostra.>
Daimon
lo bloccò.
<Pandemonio non è uno che riesce ad
aprire il suo cuore, preferisce farlo con quelli altrui. Quello che vuole
dirvi, nel suo colorito modo di parlare da cattivo, è che ha bisogno di noi perchè detesta quegli angeli più di voi Vendicatori e,
anche se non lo ammetterebbe, ne è spaventato. E' stato loro prigioniero in
questo limbo, nelle loro carceri. L'hanno usato per caricare un motore
angelico. Un motore che è la ragione per cui vi ho voluti qui. Noi quattro lo
bloccheremo prima che l'energia che sta sprigionando sia sufficiente a far
coincidere la frequenza degli angeli con quella terrestre.>
Nova guardò la landa desolata, illuminata
da quei riflessi verdi come se il cielo fosse fatto di schegge di smeraldo su cui rimbalzavano raggi di
luce.
<Pandemonio, fai strada. Attiverò tutti
i sistemi di ricerca e individuazione minacce del casco. Nella mia intelligenza
artificiale è registrata l'energia angelica, grazie alla nostra precedente
esperienza.>
Prima che Pandemonio indicasse la via il
suo sguardo acceso di disprezzo si fermò proprio sul giovane Richard.
<Tu sei la causa di tutto questo. Spero
che saperlo renda il tuo cammino doloroso come è stata la mia permanenza in
questo luogo. Qui anche i demoni possono piangere.>
Non disse altro e Daimon
sottovoce lo calmò.
<Lascialo perdere. Non ne vale la pena.
I conti con Pandemonio li regolerai quando avremo fermato gli angeli. Se non lo
faremo, nulla di questo importerà più. Saremo tutti schiavi ugualmente
disperati e sofferenti di quei dannati esseri alati.>
Sulla
Terra.
Shiro
Yoshida lanciava la sfida agli angeli nella sua
lingua. Cresciuto col codice d’onore dei
samurai, il Bushido, un’eventuale morte da guerriero non lo
spaventava. Sperava solo che i suoi sforzi – ed un eventuale sacrificio -
sarebbero serviti a impedire agli angeli dannati di impossessarsi della Terra.
Thunderstrike
aveva già sacrificato una volta la sua vita per salvare la Terra, e non avrebbe esitato a rifarlo, ma
l’esperienza della morte era qualcosa che non voleva ripetere.
Aracne
desiderava soltanto poter rivedere sua figlia.
<Dobbiamo
eliminare i due infedeli e impedire la distruzione del motore... > disse uno
degli angeli.
<Avete sentito ? Significa che stiamo
facendo un buon lavoro!> disse Masterson
sarcastico.
<Mettiti al riparo la donna, ‘Strike,
sto per tentare qualcosa di... pericoloso!> così dicendo, il samurai atomico
si innalzò in volo, concentrò il suo
potere e divenne incandescente.
<Julia, vieni qui!> disse Thunderstrike,
abbracciando la donna e facendole scudo col suo corpo.
Aracne
emise una grossa tela attorno a loro per protezione.
I loro sguardi s’incrociarono, le loro labbra si sfiorarono ed entrambi
rimasero dolcemente turbati dalla cosa.
Sole Ardente raccolse l’energia che il suo
corpo era in grado di emettere, la trattenne finchè potè e poi la rilasciò,
emettendo una vampata di tale potenza da vaporizzare tutti i demoni che
lo avevano circondato. Anche il soffitto e le pareti della chiesa ne
risentirono.
<Bel lavoro Shiro...
mi sono beccato una bella scottatura pure io, ma ne è valsa la pena! Ora tocca
a me giocargli uno scherzetto...> Thunderstrike ruotò la sua mazza e una tempesta di fulmini
riempì la chiesa, folgorando le creature angeliche.
I due Vendicatori più potenti della squadra
stavano utilizzando al massimo il loro potere, eppure qualcosa non andava: le
mura della chiesa venivano sì danneggiate dai loro sforzi, ma non tanto quanto
avrebbero dovuto; l’intero edificio sarebbe dovuto crollare sotto una tale
potenza sprigionata, eppure tuttavia reggeva bene.
<C’è qualcosa che non quadra ...>
osservò Aracne
<Lo avete notato anche voi?> disse Eric Masterson.
<Ai.
Dev’esserci una sorta di sortilegio o qualcosa
del genere in questa chiesa. Riescono a
contenere i nostri poteri, a limitarci.>
<Esatto. Questo significa che anche se
diamo il massimo non potrebbe bastare.>
<Basterà. Combatterò fino all’ultimo
respiro.>
<Sono con te, Sole. Ma spero non sia
necessario... >
Nessuno di noi morirà oggi!> disse Aracne <I nostri compagni e quel tizio col forcone
troveranno senz’altro una soluzione a questa situazione...>
E con questa speranza nel cuore, ripresero
a battersi.
Nel
limbo.
Pandemonio era in trance e i suoi occhi
erano diventati vitrei.
In realtà stava guardando con quelli di uno
dei suoi demoni mandato in avanscoperta.
Sapeva bene che dietro quelle dune di
sabbia rossa dove avevano trovato rifugio, c'era l'edificio simile alla torre
di Babele, al cui interno si trovava il motore delle anime.
Gli occhi di Pandemonio tornarono normali.
<Come avevo previsto, gli angeli sono
tutti o quasi oltre il portale.>
Nova sbuffò. Quella luce color delle alghe
non scaldava i corpi ma fiaccava gli spiriti, quel cielo di smeraldo non era
fatto per esseri umani con un’anima come Richard.
<Mi sembra di non riuscire più a provare
nulla, è come se mi sentissi svuotato. Voglio andarmene di qui... voglio anche
fermare il motore... a dire il vero non
so nemmeno io cosa volere.>
Pandemonio spiegò:
<Questo mondo non è fatto per chi è
vivo. Io sono stato alterato dagli esperimenti terribili degli angeli...>
Tigra
lo corresse:
<Anche prima di finire qui non avevi più
un’anima. Io ho la forza magica del popolo gatto e sento meno il peso di questa
atmosfera ma sta insinuando dubbi, facendo vacillare anche le mie certezze...
che già non erano questo gran che.>
Daimon
la interruppe:
<Basta così. Dobbiamo entrare in quella
torre e Pandemonio stava per dirci chi farà di tutto per impedircelo.>
Pandemonio sollevò un braccio.
<Ci sono delle guardie, ma non sono
angeli. Sono povere vittime come me. Sulla terra erano criminali prima che un
vero e proprio Flagello armato fino ai denti non mettesse fine alla loro vite.
I loro spiriti sono stati presi in consegna dagli angeli che li hanno usati per
fare esperimenti, per creare i loro mercenari.>
Pandemonio aveva la capacità di iniettare
nelle menti delle immagini che rappresentavano quanto stava dicendo, cosi i
Vendicatori, che la storia del Flagello l'avevano letta solo nei file redatti
da Capitan America e U.S.Agent, si trovarono nel bar
dei cattivi nel momento in cui il tipo mascherato estrasse le sue armi e
falcidiò con scariche di proiettili i criminali che pensavano di aver trovato
un rifugio sicuro.
<Con alcuni è andata male e i demoni
usati per l'operazione non hanno resistito. Altri invece hanno retto
all'impianto. Esseri che sulla terra raschiavano il fondo del barile della
mediocrità, criminali che hanno avuto il loro momento di gloria solo quando una
pallottola se li è portati via nel bar senza nome, qui sono diventati potenti
servi degli angeli.>
Altre immagini, questa volta di fatti
crudeli, di operazioni chirurgiche e magiche piene di sadismo accompagnate
dalle risate degli angeli mentre aprivano demoni e inserivano gli spiriti dei
criminali defunti, ricucendo il tutto, aspettando che le formule esoteriche,
gli incantesimi condizionassero le loro mostruose rinascite. Videro ombre di
storte che si levavano dentro sale operatorie che non aveva nulla di umano.
<Tre di loro, stando a quanto visto
attraverso il mio demone ci attendono e sono stati messi a proteggere il
motore.>
Daimon
puntò il tridente verso la torre.
<Noi li terremo occupati e tu Pandemonio
ti occuperai di spegnere quel coso infernale.>
Pandemonio annuì rivelando nel gesto poco
convinto dei timori che però non espresse seguendo Hellstrom
e gli altri Vendicatori oltre la duna.
Un eroe è sempre portato a dubitare della
troppa calma, dato che è spesso preludio di una fragorosa tempesta.
I Vendicatori sapevano che nella torre li
attendevano i guardiani del motore di anime, ma c'era comunque un silenzio
innaturale ed era come se si fossero bloccati in un fermo immagine.
Una volta all'interno quella pace sinistra
venne spezzata brutalmente dal rumore assordante delle grandi porte che si
richiusero alle loro spalle.
Si trovarono in una sala circolare da cui
partiva una scala di pietra che seguiva le pareti fino quasi in cima dove su
una piattaforma di pietra c'era il motore.
Pandemonio lo indicò.
<So a cosa state pensando, che vi ho
attirati in una trappola perchè qui non c'è nessuno
ad aspettarci. Non è così. Ci sono, ma non li vediamo. Ci impediranno di
arrivare al motore. >
Nova lo spinse verso il primo gradino:
<Dai il buon esempio e inizia a salire. Io vi seguirò in volo.>
Daimon
affiancò Pandemonio e Tigra li seguì.
Sulla
Terra.
La lotta contro gli angeli stava provando i
Vendicatori come forse mai fino a quel momento: i tre eroi combattevano al
massimo delle loro possibilità, senza risparmiarsi, ma il comandante delle
schiere angeliche, ben protetto ai suoi
guerrieri, rigenerava i demoni caduti permettendo loro di tornare a combattere.
<Così non va... noi ci stiamo spossando
mentre loro non accennano a diminuire!> esclamò Aracne.
<Il palazzo è immune agli attacchi,
dall’interno. Pensi che sia così pure dall’esterno?> domandò Sole Ardente a Thunderstrike.
<Non lo so. Ma se così non fosse,
qualcuno sarebbe venuto a curiosare, con tutto il casino che stiamo
facendo...> rispose il tonante.
<Perché lo chiedi?> domandò la donna.
<Perché potremmo far crollare l’intero
edificio su di loro, chiudendo quel fottuto portale una volta per tutte...>
<No Shiro.
Pessima idea.> lo riprese Aracne <C’è la vita
dei nostri amici in ballo. Sono sicura
che dall’altra parte di stanno lottando per venire a capo. Dobbiamo avere
fiducia in loro.>
<”Fiducia” ... capisco. Stiamo firmando
la nostra condanna, lo sapete?>
<Forse, ma non ce ne andremo senza i
nostri compagni di squadra!> rincarò la dose Thunderstrike.
Shiro
Yoshida ammirò la fedeltà che i due mostravano verso
i propri compagni; per la prima volta, da quando era stato costretto ad unirsi alla squadra, aveva
assistito a qualcosa di cui poter andare fiero.
Sperava solo di poter sopravvivere per
poter assistere ad altri momenti del genere.
Nel
limbo.
Fu lei ad avvertire, grazie ai suoi sensi
speciali, il sibilo e quindi ad abbassarsi giusto in tempo per evitare una coda
puntuta e verde.
Daimon
si voltò di scatto nell'istante in cui un essere demoniaco con una cresta ossea
che copriva il cranio e scendeva fino a metà spina dorsale afferrò Tigra con lunghe mani artigliate e la vendicatrice,
riconobbe il suo avversario.
<Firebrand?>
esclamò riconoscendo il defunto nemico di Iron Man.
Tenendo sollevata Tigra
da terra il supercriminale mutato in demone le strisciò addosso le sue parole.
<E bello essere riconosciuti.
Evidentemente non sono cambiato così tanto. Questa volta avrò la rivincita su
voi eroi e anche la tua pelle tigrata>
Daimon
capì dallo sguardo di Tigra che dovevano proseguire,
che ci avrebbe pensato lei al suo avversario .
Nova però non era dello stesso parere, non
avrebbe lasciato nelle mani di quell'essere la sua compagna e così puntò i suoi
guanti energizzandoli abbastanza per sparare un raggio che avrebbe steso Firebrand.
Non partì mai quel colpo perchè un vento tagliente fatti di soffi di lame lo investì
e solo la sua armatura aliena gli impedì di essere affettato.
Davanti a lui si materializzò il secondo
guardiano.
<Computer, analizza il nostro
avversario. Non mi sembra il momento di ricordarmi che devo leggere i file dei
vendicatori e fare i compiti... analizza e basta>
Tigra
alzò le gambe e premuti i piedi sul petto di Firebrand
lo spinse indietro, liberandosi dalla sua presa. Firebrand
cadde dalla scala e Tigra gli fu subito addosso.
L'intelligenza artificiale nel casco di
Nova gli stava passando delle immagini del suo avversario.
<Turbine. Sarebbe questo il suo nome...
non per dire... ci assomiglia un po' ma non è verde e per quello che vedo non
porta un elmo medievale... provane un altro>
Nova volò vicino al vento che circondava
l'essere e che lo velava.
Adesso lo vedeva meglio.
Non aveva un costume, quelle che sembravano
spalline erano escrescenze ossee, quelle che parevano cuciture di un corpetto
erano in realtà punti di sutura sul petto. Quel vento assassino usciva dalle
sue braccia in cui erano state innestate delle seghe rotanti.
<Sembra uscito da resident evil... mi sa che rispetto a quello che
era il soggiorno in questo limbo lo ha cambiato e parecchio.>
Il computer mostrò un’altra immagine.
<Gladiatore. Le seghe rotanti ci sono...
ma non mi sembra lui e poi c'è scritto che è ancora vivo. Qui abbiamo di fronte
un emulo, un criminale morto, probabilmente ammazzato dal Flagello come ha
detto Pandemonio>
Nel momento in cui l'essere sentì il nome
del suo carnefice, il vento si quietò e la creatura parlò.
< Sono Hellrazor
[MARVEL TEAM UP 87] ... e quando lo
avrò inciso sul tuo corpo con le mie lame vedrai che non lo dimenticherai
più>
<Hellrazor...
fattelo dire ma con un nome simile non potevi trovarti un posto migliore!>
Nova cercava di superare il fastidio che
provava nel vedere quel corpo modificato, martoriato dagli esperimenti dei
chirurghi demoniaci, e lo faceva ricorrendo a battute, ma per quanto ci stesse
provando, la tensione e la paura di non farcela erano pronte ad emergere e a
minare la sua azione.
Pandemonio e Hellstrom
intanto erano quasi arrivati alla piattaforma dove si trovava il motore e a
quella distanza Daimon si rese conto che non era una
macchina, era più un organo gigante, pulsante su cui era stato tracciato un
pentacolo che vibrava al ritmo dei battiti di quella specie di cuore.
Pandemonio si arrestò.
Alle loro spalle provenivano il suono degli
scontri dei Vendicatori con i guardiani, ma all'appello mancava il terzo.
Il tridente di Daimon
emise una strana luminescenza, era come la bacchetta del rabdomante solo che la
sua arma reagiva in quel modo in presenza di emanazioni esoteriche.
<Stiamo per avere compagnia. Pandemonio
corri verso il motore ed inizia
l'incantesimo. Io farò in modo che tu non venga disturbato>
Pandemonio ubbidì e prima che Hellstrom fosse pronte dal nulla comparvero cinque monaci,
con un cappuccio calato sugli occhi. Parlarono con un’unica voce.
<Noi siamo l'uno che diviene molti, noi
siamo Black Abbott, il potere di Dakoth-Tur
può aprire un abisso nella tua mente e farti precipitare nel buio strisciante
dei tuoi peggiori incubi>
Hellstrom
affondò il tridente contro una di quelle figure, ma ci passò in mezzo come
fosse uno spettro.
<Peggiori incubi? Lo sai che mio padre è
il diavolo in persona? Pensi davvero che non abbia imparato a convivere con
l'orrore? Sono il primo a sapere che i più brutti sono dentro di me, nella mia
anima ... nei rari momenti in cui spero ancora di averne una.>
Davanti ai suoi occhi infuocati gli esseri
presero le sembianze di persone a lui care o temute, da suo padre Mefisto ad Hellcat a cui aveva rovinato la vita.
Questi spettri creati dai suoi timori lo
attaccarono e anche se erano diafani, sentì delle scariche dolorose nella
mente.
<Figlio reietto e traditore della tua
famiglia, marito che ha condotto l'amata alla follia, ecco cosa sei Daimon. Sarai lacerato dai tuoi stessi errori quando li
farò emergere dal profondo pozzo che è la tua mente.>
Nova vide in alto Daimon
come impazzito contro il nulla, perchè le
manifestazioni di Abbott potevano essere solo scorte dal figlio di satana, ma
aveva altro a cui pensare, doveva combattere contro Hellrazor.
Il suo computer gli offrì la strategia
giusta. In un colpo solo si sarebbe liberato del suo demone e avrebbe dato una
mano a Tigra, che un livello di scale sotto di lui
stava aveva difficoltà contro gli artigli e la coda al veleno di Marasso.
<Ok faremo come quella volta che mi hai
aiutato a fare il figo a biliardo con i New Warriors. Un bel colpo di sponda e speriamo che il campo di
forza regga e non sia superato dal vento di lame del nostro avversario. Va
bene, ho capito smetterò di dubitare delle tua capacità. Certo che per essere
un’intelligenza artificiale sei permaloso forte.>
Hellrazor
non sentiva il discorso mentale tra Richard e il processore di dati nel suo
casco.
Non sapeva quindi che il suo attacco
violento e potente sarebbe stata la sua fine.
Le lame affilate spinte da soffi potenti
puntarono, in un nugolo scintillante e tagliente, verso Nova che solo
all'ultimo momento creò davanti a se uno scudo. Lo inclinò dei gradi suggeriti
dal computer, in questo modo le lame rimbalzarono e deviate dalla protezione
presero un’altra traiettoria.
Una precisa e diretta che ebbe come
conclusione la schiena di Firebrand.
Il demonio gridò di dolore, dando a Tigra l'opportunità che cercava, quella di tagliargli la
gola.
Questo fece e cadde davanti a lei sibilando
parole incomprensibili.
Tigra
senza pensarci corse lungo le scale e muovendosi in modo silente si lanciò da
un punto preciso per raggiungere da dietro Hellrazor;
quando gli fu addosso le strappò le punte di osso delle spalline, balzò a quel
punto di nuovo sulle scale con un’agilità che avrebbe fatto invidia al miglior
felino.
<Ok ‘puter è
ora di tornare al classico. Carica energetica al massimo.>
Sfruttando il momento di dolore di Hellrazor, Nova scaricò due potentissimi raggi che quasi
raggiunsero la potenza dell'energia cosmica di Silver Surfer.
Ci mise così tanta energia che Hellrazor venne vaporizzato ma lo stesso Nova, consumato
dall'uso del suo potere, si trovò a perdere quota, a non mantenersi in volo.
Ancora una volta Tigra
usando le sue doti saltò nel vuoto e afferrato il ragazzo tornò poi al sicuro
sul gradino sempre usando la stessa poderosa spinta. Nova riaprì subito gli
occhi e quello che vide fu il viso dolce e peloso di Tigra
che accortasi subito che lo sguardo scendeva un po' troppo sul bikini disse.
<Grazie per l'aiuto con Firebrand. Ti devo la vita
e per stavolta passerò sopra al fatto che non mi stai guardando negli
occhi.> sorrise.
Nova rispose.
<Niente respirazione bocca a bocca
dunque? Dovevo fingermi ancora svenuto. Dannato computer che si è preoccupato
di ricaricare subito le mie batterie. >
<Muoviamoci, Hellstrom
e Pandemonio hanno bisogno di noi.>
Sulla
Terra.
<Stanno
cedendo... non resisteranno ancora a lungo! > disse uno
degli angeli.
<Col cavolo! Noi... non molliamo!>
rispose Thunderstrike.
Lui e Aracne
stavano spalla a spalla davanti al portale.
Sole Ardente poco davanti a loro, volando a bassa quota.
Avevano deciso di unire le forze per
impedire agli angeli di accedere al portale, ma ormai le loro forze iniziavano
a scemare.
Sole Ardente aveva alzato un muro di fuoco
attorno a loro come protezione.
Aracne
usava le sue psicotele e le macerie di roccia come bolas.
Thunderstrike
fendeva colpi con la sua inseparabile mazza.
Il loro coraggio era encomiabile, ma i loro
sforzi sembravano ormai non dare più alcun risultato.
Thunderstrike
e Aracne si sfiorarono le mani.
<Eric...>
<Julia...>
Entrambi avrebbero voluto dire di più, ma
in quel frangente non c’era il tempo per un abbraccio affettuoso.
Quel piccolo gesto significò molto per
entrambi.
Ma entrambi iniziavano a pensare di essere
arrivati alla fine, e che non avrebbero mai più rivisto i propri amatissimi
figli.
Cercarono di scacciare questo pensiero,
aggrappandosi alla speranza che, al di là del portale, Tigra
e gli altri sarebbero riusciti a salvare la situazione.
Nel
Limbo.
Daimon
era circondato dalle emanazioni psichiche di Black
Abbott.
Il mantra del monaco mentalista
era entrato in loop nel suo cervello “noi siamo l'uno
che diviene molti, noi siamo l'uno che diviene molti”.
Nova, riprese le forze, afferrò Tigra e insieme volarono in alto da Daimon.
Tigra
cercò di scuotere il figlio di Satana mentre Nova sentì che Pandemonio lo
chiamava.
Raggiunse il nemico dei Vendicatori,
trovandolo davanti al motore con il petto nudo dove c'era il vuoto a forma di
pentacolo.
<Ho bisogno di te, tutto il motore si
basa sul tracciato basico della tua anima. Quando ti catturarono gli angeli
scoprirono grazie a te l'esistenza delle anime. Il segreto gli era stato celato
dai loro padroni di Paradiso e Inferno. Sapevano che se gli angeli avessero
ottenuto delle anime avrebbero potuto ribellarsi a loro. Ed è proprio quello
che sta succedendo.>
Nova tremò.
<Quindi sta davvero accadendo tutto
questo per colpa mia.>
<Puoi redimerti, mentre io mi vendicherò
degli angeli che mi hanno reso il loro schiavo. Devi mettere le mani dentro il
pentacolo vuoto nel mio petto. Avevo anche io un’anima prima di farla a pezzi e
venderla. Grazie a te potrò creare un collegamento con il motore e risucchiare
le anime da quello portandole nel mio pentacolo, ne prenderò abbastanza per
spegnerlo.>
Il computer tacque di fronte alla domanda
silente di Nova se quella fosse o meno la cosa da fare. Per certe cose non
c'erano algoritmi, risposte calcolate, bisognava agire d'istinto e in quel caso
avere fiducia in Pandemonio.
Allungò la mano e quando questa fu dentro
il pentacolo, Pandemonio girò la testa all'indietro come posseduto e i battiti
del grande cuore iniziarono ad accelerare, tanto da scuotere la pietra della
piattaforma , delle scale e delle mura infinite della torre.
Quelle vibrazioni permisero a Tigra ed Hellstrom di liberarsi
dall'attacco psichico del monaco nero.
Tigra
pensava che a quel punto il figlio di satana avrebbe attaccato Black Abbott e invece, con sua gran sorpresa e troppo
lontana per poterglielo impedire, vide Daimon
appoggiare le punte del tridente sulla sua fronte. Nell'attimo successivo diede
fuoco a queste investendo la sua testa e in quelle fiamme i pensieri corrotti
dal monaco, l'abisso spalancato si richiuse. Abbott avvertì il contraccolpo e
fu per lui troppo, tanto da perdere l'equilibrio e precipitare nel vuoto.
<Puoi essere stato molti, ma alla fine
del tuo viaggio sei tornato uno, come tutti, quando abbracciano la morte.>
<Mi hai fatto prendere un colpo quando
ti sei flambato la faccia.> gli gridò Tigra.
<Era l'unico modo per liberarmi della
sua influenza, dovevo fare come con le ferite, bruciarle per non farle
infettare. Nella mia testa ce n'era una bella grossa, terribile e ho dovuto
cauterizzarla così.>
Tigra
puntò il dito verso Pandemonio e Nova.
<Cosa sta facendo quel mezzo demone? Tu
sapevi che avrebbe usato Nova? Di solito sei bravo a tenere all'oscuro fare i
tuoi alleati.>
<Lo sapevo. Il motore si basa
sull'imprinting spirituale di Nova, serviva lui. Ecco perchè
l'ho fatto trascinare qui insieme a te con lo stratagemma dei demoni di
Pandemonio.>
<E non hai detto niente a Nova prima perchè sapevi che non avrebbe accettato...>
Daimon
tacque ma sia lui che Tigra erano consci che quella
era l'unica cosa da fare.
<Tienti forte Tigra, la torre sta per ballare ancora. Avverto il flusso
di anime che Pandemonio sta chiamando a se...> detto questo Daimon la strinse a sé e per un attimo gli parve la sua Hellcat, nel momento in cui l'amò e la sposò.
C'erano ancora residui della malia di Black Abbott nella sua mente o quel pensiero era suo
genuino pentimento per quello che aveva fatto, per quello che aveva perso?
Nova anche volendolo non poteva ritrarre la
mano, bloccata nel petto di Pandemonio che ora richiamava a se le anime e Nova
vide quell'energia fatta di facce urlanti entrare dentro il mezzo demone.
La scossa predetta da Daimon
arrivò e fu più forte di quanto avesse temuto, pezzi di torre si staccarono.
<Il motore si sta indebolendo e così il
potere degli angeli sulla terra... ancora un po' e avrò finito.>
Nova sentiva quel freddo vento di spettri
morti addosso e tremava come mai prima d'ora e lui non aveva tremato nemmeno
nelle profondità dello spazio.
Adesso Tigra e Daimon erano sulla piattaforma.
Pandemonio con il viso stravolto dal dolore
dell'assorbimento disse.
<Daimon spezza
il collegamento con Nova... io non posso farlo... non posso più fermarmi... le
assorbirò tutto ma questo vorrà dire...>
Daimon
concluse il pensiero
<Che farai esplodere la torre e se non
ci muoviamo finiremo travolti dalle macerie. Tu lo sapevi che non avresti
potuto fermare il flusso... sapevi che l'unico modo per fermare il motore era
farsi esplodere con esso... hai fatto il kamikaze!>
<Va bene così Daimon,
andate ora, io morirò sapendo di aver strappato all'ultimo minuto a quei
dannati angeli la vittoria. Non conquisteranno più il nostro mondo... perchè adesso io in quest'ultimo momento, sono uomo e non
demone...>
Daimon
liberò Nova e poi iniziarono la discesa mentre i tremori staccavano pezzi di
scale e di mura e la torre era sul punto di crollare come un fragile castello
di carte.
Non si girarono nemmeno quando tra il
rumore della pietra che si spaccava sentirono il grido finale di Pandemonio.
Si stava sacrificando per loro, per la terra
e loro sarebbero sopravvissuti per non rendere vano quel gesto e per ricordare
quanto l'essere noto come Pandemonio, loro nemico giurato aveva fatto.
Non si guardarono indietro nemmeno quando
la piattaforma cedette e il cuore senza più sostegno cadde.
Pandemonio vide la fine di quel diabolico
marchingegno prima che l'ultima anima lo saturasse a tal punto da farlo
esplodere liberando un vortice di spiriti a cui si aggiunse anche il suo,
urlante come i suoi nuovi compagni dell'aldilà.
I Vendicatori fecero in tempo a varcare il
portone e ad allontanarsi prima che la torre venisse completamente distrutta,
si aprì alla base una voragine che la inglobò e poi, come l'acqua scossa da un
sasso, la sabbia del limbo la richiuse seppellendo i resti dell'edificio, i
suoi guardiani per sempre.
<Muoviamoci. Senza il motore la
frequenza sta per tornare quella unica del limbo...> spiegò Daimon <e questo vuol dire che gli angeli spariranno ma
che se non faremo in tempo anche il portale si chiuderà e credo che nessuno di
noi voglia stare ospite qui soprattutto al cospetto di angeli sconfitti e
furenti.>
Nova disse:
<Perchè non usi il tuo teletrasporto
magico?.>
<Non posso farlo, come non potevo in
chiesa. Ci sono luoghi in cui troppa magia blocca questo mio potere.>
Nova afferrò Tigra
e il figlio di Satana.
<Allora dovremo andarcene di qui come un
razzo, letteralmente. E' inutile che vi dica che dovrete tenervi forte.>
Sulla Terra.
I Vendicatori si erano battuti con valore,
ma adesso le sorti dello scontro con gli angeli pendevano nettamente dalla
parte degli esseri celesti nell'aspetto, demoniaci nei poteri.
Il quadro non era dei migliori: Sole
Ardente era a terra, congelato dal gelo che proveniva dalle ali del suo nemico.
Aracne
era intrappolata invece nella sua stessa tela che, sotto l'influenza di parole
pronunciate in enochiano, si stringeva sempre di più,
soffocandola.
L'unico che ancora resisteva era Thunderstrike, ma i suoi fendenti non andavano più a segno
come prima e le protezioni della chiesa impedivano ai suoi fulmini di essere
efficaci.
Era stremato.
Fu però lui dopo l'ultimo lancio della sua
mazza a vedere il lampo che scaturì come una lama di luce dal portale. Un lampo
che prese la forma di Nova e che colpì con entrambi i pugni nella schiena
l'angelo scaraventandolo a terra.
Nova gli era davanti pronto a prendersi la
rivincita e gli anticipò sprezzante quello che il suo nemico alato stava già
iniziando ad avvertire.
<Stai perdendo la tua frequenza, ti vedo
disturbato come un vecchio televisore. Sono qui per rottamarti, angelo!>
Gli esseri celesti cominciarono a sfasare,
vedevano la loro energia svanire e così Tigra potè liberare con delle artigliate precise Aracne e insieme a lei respingere due Angeli verso il
portale. Il generale che guidava la sicura invasione alzò la spada infuocata al
cielo ma il fuoco della lama sbiadiva come una fiamma sotto folate di vento.
Gridò la sua rabbia.
<Pagherete umani per quello che avete
fatto. Oggi la vittoria è vostra, ma è solo una battaglia e noi a differenza di
voi fragili involucri di carne siamo immortali...
Thunderstrike
spezzò le sue parole spingendolo dentro il portale con la mazza.
<Vattene dalla mia terra, e non
tornare!> esclamò, stremato ma furioso.
Alcuni angeli svanirono prima di
raggiungerlo.
Sole Ardente, libero dal giogo del gelo
mistico, si alzò e fiero bombardò gli angeli col suo fuoco atomico.
Il generale fu l'ultimo a resistere ma
venne abbattuto dall’attacco congiunto degli eroi: a quello di Shiro si era unito il tridente di Daimon
e i raggi di Nova, che spinsero l’angelo dentro il portale che, risucchiatolo
nel limbo che voleva abbandonare, si richiuse.
Gli incantesimi gettati da Pandemonio per
impedire che quanto accadeva dentro la chiesa si riverberasse all'esterno
caddero e le porte vecchie del luogo sconsacrato sotto il contraccolpo magico
si spalancarono. Entrò un ovale di luce del nuovo giorno e i Vendicatori senza
dire una parola raggiunsero l'esterno.
Solo lì Daimon si
sentì in dovere di ricordare chi aveva permesso quella vittoria.
<Adesso sapete tutta la storia,
Pandemonio sapeva che l'unico modo per distruggere il motore era assorbirne
dentro di se l'energia che lo alimentava... sapeva anche che non sarebbe
sopravvissuto. Lui l'ha fatto per vendetta verso gli angeli che lo hanno usato...>
Nova concluse.
<Oggi Pandemonio è stato uno di noi. Per
quanto mi riguarda mi terrò lontano dalle chiese e dalle storie sugli angeli
per un bel po'. Sapere che la mia anima è servita per costruire quella cosa...
e che ha portato alla morte, agli omicidi di tante persone... non sarà una cosa
che supererò facilmente...>
Sole Ardente non aggiunse nulla, ma
quell’incredibile battaglia gli aveva mostrato cosa significasse essere un
Vendicatore, e quella sensazione gli era piaciuta.
Daimon
sollevò il tridente.
<Io devo andare. Ho una chiacchierata da
fare con mio padre, voglio che lui e l'altro con la testa tra le nuvole pensino
seriamente a punire gli angeli, non sarebbe la prima volta, e a chiudere le
attività del limbo. Chissà quanti altri criminali morti, trasformati in mostri,
languono nelle segrete. Come si dice, le nostre strade si separano qui Vendicatori almeno per ora.
Mi avete sempre tra le chiamate rapide. Spero non sceglierete un altro
consulente, per il soprannaturale.>
Tigra
cercò di trattenerlo.
<Daimon,
Satana può aspettare. Combattere nel limbo mi ha messo una gran fame. Qui
vicino c'è un ottima steakhouse. Non voglio sentire
storie, d'altronde la grigliata post missione è una tradizione dei Vendicatori
Costa Ovest.>
<Mangiare. Ottima idea... muoio di fame,
e sono felice di essere ancora vivo da potermi gustare una bella bistecca di
patate in un mare di salsa barbecue!>
disse Thunderstrike, prendendo sotto braccio Aracne che però, prima di andarsene, guardò verso la chiesa
e pronunciò silente una preghiera.
Era andata vicino alla sconfitta, questa
volta, ma non aveva perso la fede.
Questa era per lei una vittoria altrettanto
importante.
FINE
Le
Note
Fine
di questo capitolo paranormale per i nostri eroi, contro avversari non
propriamente convenzionali.
In
questo episodio, oltre alla guest star Daimon Hellstrom e a Pandemonio,
appaiono alcuni criminali minori del MU, deceduti durante il massacro del
Flagello, serial killer di criminali che i lettori di Capitan America conoscono
bene.
Daimon Hellstrom, creato
da Gary Friedrich (testi) e Herb Trimpe (disegni), noto come "Figlio di Satana" (Son
of Satan), ha giurato di
dedicare la sua vita a combattere le forze oscure del padre. E’ un personaggio
legato al mondo occulto della Marvel.
Carmelo e Igor.